giovedì 4 agosto 2011

La posizione dell'America Dietetic Association sulle diete vegane



E' posizione dell'American Dietetic Association che le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete vegetariane totali o vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusa gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia, adolescenza, e per gli atleti.


Si definisce vegetariana una persona che non assuma carne di animali terrestri (compresi i volatili) e marini o prodotti contententi questi alimenti. I modelli alimentari dei vegetariani possono variare in modo considerevole. Il modello latto-ovo-vegetariano si basa su cereali, verdura, frutta, legumi, semi, frutta secca, latticini, uova. Il modello alimentare latto-vegetariano esclude le uova, oltre a carne, pesce e volatili. Il modello alimentare vegano, o vegetariano totale, esclude le uova, i latticini e altri prodotti di origine animale. Anche all'interno di tali modelli può esistere una variabilità considerevole in relazione al grado di esclusione dei prodotti animali.


Malattie Cardiovascolari (CVD)



E' stata utilizzata l'analisi della letteratura scientifica basata sull'evidenza per valutare lo stato dell'arte della ricerca sulla relazione tra pattern dietetici vegetariani e fattori di rischio CVD. Sono state formulate due domande per l'analisi di evidenza:

Qual è la relazione tra dieta vegetariana e cardiopatia ischemica?
Qual è l'assunzione in micronutrienti di una dieta vegetariana associata con i fattori di rischio CVD?
Cardiopatia ischemica.
Due ampi studi  hanno trovato che i vegetariani presentano un rischio inferiore di morte per cardiopatia ischemica rispetto ai non-vegetariani. La riduzione del rischio di morte è stata osservata sia nei latto-ovo-vegetariani che nei vegani. La differenza nel rischio persisteva anche dopo aggiustamento per BMI o indice di massa corporea (http://osstrentino.altervista.org/articoli-oss/39-appunti-oss/347-bmi-cose-e-coe-si-calcola.html, il BMI si calcola nel modo seguente: BMI = (peso in Kg) / (altezza in centimetri), abitudine al fumo e classe sociale. Questo appare particolarmente significativo dal momento che il più basso BMI comunemente osservato nei vegetariani  è un fattore che può permettere di spiegare la riduzione del rischio di cardiopatia nei vegetariani.
Se questa differenza del rischio persiste anche dopo aggiustamento per il BMI, altri aspetti di una dieta vegetariana possono essere responsabili della riduzione del rischio, in aggiunta e al di là di quello che ci si può attendere a causa del ridotto BMI.  Conclusione: una dieta vegetariana è associata con un ridotto rischio di morte per cardiopatia ischemica.


Ipertensione


Uno studio trasversale ha dimostrato la presenza di ridotti tassi di ipertensione tra i vegetariani rispetto ai non-vegetariani. Analoghi risultati sono stati riportati negli Avventisti del Settimo giorno delle Barbados. I vegani evidenziano ridotti tassi di ipertensione rispetto anche agli altri vegetariani. Parecchi studi hanno riportato ridotti valori di pressione arteriosa nei vegetariani rispetto ai non-vegetariani. 
 
Almeno uno degli studi che hanno riportato ridotti valori di pressione arteriosa nei vegetariani ha indicato il BMI, più che la dieta, come maggior determinante della variazione, aggiustata sull'età, della pressione arteriosa. I vegetariani tendono ad avere ridotti valori di BMI rispetto ai non-vegetariani; perciò, l'influenza della dieta vegetariana sul BMI può almeno in parte determinare le differenze riportate nella pressione arteriosa tra vegetariani e non-vegetariani. La variabilità nelle assunzioni dietetiche e nello stile di vita all'interno dei gruppi di vegetariani studiati può limitare la forza delle conclusioni sulla relazione fra dieta vegetariana e pressione arteriosa.

 
Diabete


E' stato riportato che gli Avventisti vegetariani hanno tassi di diabete inferiori rispetto agli Avventisti non-vegetariani. Nell'Adventist Health Study, il rischio di sviluppare diabete, aggiustato per età, è risultato il doppio nei non-vegetariani in confronto ai coetanei vegetariani . Sebbene l'obesità aumenti il rischio di diabete di tipo 2, l'assunzione di carne e di suoi prodotti trasformati si è dimostrata un fattore di rischio importante per il diabete anche dopo aggiustamento per il BMI. Anche nel Women's Health Study, gli Autori hanno osservato un'associazione positiva tra assunzione di carne rossa e prodotti trasformati e rischio di diabete, dopo aggiustamento per BMI, calorie totali e attività fisica. Un rischio significativamente aumentato di diabete è risultato più evidente in seguito al frequente consumo di carne trasformata come pancetta e hot dog.

Obesità


http://www.benessere.com/dietetica/arg00/obesita_infantile.htm :

"Negli USA, circa il 15% dei bambini (tra i 6 e gli 11 anni) e il 15,5% degli adolescenti (tra i 12 e i 19 anni) sono obesi. L'aumento dell'obesità tra i giovani americani negli ultimi 20 anni è molto elevato:

Fascia d'età    1976 -1980   1988 - 1994      1999 - 2000



dai 6 agli 11 anni        7%           11%                15,3%


dai 12 ai 19 anni         5%           11%                15,5%


In Italia i risultati di un'indagine promossa dal Ministero della Salute indicano che all'età di 9 anni in città campione di Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Campania, Puglia e Calabria il 23,9% dei bambini è in soprappeso ed il 13,6% è obeso. Anche questa indagine conferma la più elevata prevalenza di obesità nelle regioni del sud (16% a Napoli) rispetto al nord (6.9% a Lodi)."

Cancro

I vegetariani tendono a presentare ridotti tassi di tutti i tipi di cancro se confrontati con la popolazione generale, e questo non è limitato ai tumori legati al fumo. I dati che derivano dall'Adventist Health Study hanno dimostrato che i non-vegetariani presentavano un sostanziale aumento del rischio sia per i tumori del colon-retto che della prostata, in confronto ai vegetariani, mentre non erano presenti differenze significative nel rischio di tumore di polmone, mammella, utero, stomaco tra i gruppi, dopo controllo per età, sesso e abitudine al fumo. L'obesità è un importante fattore che aumenta il rischio di cancro in molte sedi. Dal momento che il BMI dei vegetariani tende a essere più basso di quello dei non-vegetariani, il più basso peso corporeo dei vegetariani può costituire un importante fattore di protezione. Una dieta vegetariana fornisce inoltre una varietà di molecole protettive nei confronti del cancro. Gli studi epidemiologici hanno dimostrato in modo consistente che il consumo regolare di frutta e verdura è solidamente associato con la riduzione del rischio di cancro.

Conclusioni
Le diete vegetariane ben pianificate si sono dimostrate salutari, nutrizionalmente adeguate, e possono conferire benefici nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Le diete vegetariane sono appropriate per tutte le fasi del ciclo vitale. Sono molte le ragioni del crescente interesse nei confronti del vegetarismo. Il numero dei vegetariani negli USA è stimato in crescita nella prossima decade. I professionisti della nutrizione dovrebbero essere in grado di assistere i clienti vegetariani fornendo loro informazioni aggiornate e accurate sulla nutrizione vegetariana, sui vari alimenti e su come reperirli.
Nella popolazione degli Avventisti, in cui circa il 30% degli individui segue una dieta senza carne, il modello dietetico vegetariano è risultato associato con un più basso BMI, e il valore di questo parametro aumentava sia negli uomini che nelle donne con l'aumento della frequenza di consumo di carne. Nell'Oxford Vegetarian Study, in tutti i gruppi di età e sia negli uomini che nelle donne, i valori di BMI erano più elevati nei non-vegetariani rispetto ai vegetariani. In uno studio trasversale di 37.875 adulti, dopo aggiustamento per l'età, i carnivori presentavano i più elevati valori medi di BMI, e i vegani i più bassi, mentre il BMI degli altri vegetariani si collocava su valori intermedi.

1 commento:

  1. gli studi di settore si trovano su tutto e sul contrario di tutto. peraltro non ho molta fiducia nel sistema americano che presiede alla nutrizione, visti i risultati ottenuti fino ad ora nel loro paese, e mi preoccupa anche l'Italia che sta progressivamente diventando uno dei paesi con il più alto tasso di obesità.
    però.
    fa davvero tanto piacere vedere che finalmente le organizzazioni ufficiali e non solo quelle dedicate al veganesimo, si occupano seriamente di questo argomento e diffondono su larga scala i dati ricavati, è incoraggiante.
    un abbraccio bellezza :))
    Bibi

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